“GENTE CHE ODIA LA GENTE” - LE RIME DI LAMAR E BENE
21 November 2023
di Antonina Imboccari
“Gente che odia la gente”, il debutto di 1989 tra le rime di Kendrick Lamar e il pensiero di Carmelo Bene
“Gente che odia la gente” è il titolo del primo album del rapper cassinate-romano 1989, da venerdì 10 novembre in tutte le piattaforme digitali pubblicato da Time 2 Rap.
Un debut album che però arriva da un percorso artistico che lo ha visto impegnato in diverse formazioni come corista, ma anche in altri progetti come la formazione Pippo Baudo Lost in Time. 1989 si descrive come un rapper che racconta questo nostro presente semi-distopico. Parla a coloro presenti sul suo stesso gradino della scala sociale: quelli che sono oppressi dai ricchi, ma continuano a prendersela con i poveri.Semplificando quella che potrebbe essere la definizione del genere, 1989 propone un raffinato connubio di alternative rap e cantautorato. Ma “Gente che odia la gente” è molto di più.
Se le rime del rap sono uno strumento fondamentale che utilizza per comunicare con il mondo, l’impalcatura artistica di questo disco è un meccanismo decisamente più strutturato. Non a caso l’artista cita tra le sue influenze George Orwell, Carmelo Bene e Willie Peyote, così tra le tredici tracce scorrono Hip-Hop, rock, elettronica e jazz, che passando da Mezzosangue e Lou X arrivano a Giorgio Gaber, Tom Waits, Kendrick Lamar e J. Cole.
Un debut album che però arriva da un percorso artistico che lo ha visto impegnato in diverse formazioni come corista, ma anche in altri progetti come la formazione Pippo Baudo Lost in Time. 1989 si descrive come un rapper che racconta questo nostro presente semi-distopico. Parla a coloro presenti sul suo stesso gradino della scala sociale: quelli che sono oppressi dai ricchi, ma continuano a prendersela con i poveri.Semplificando quella che potrebbe essere la definizione del genere, 1989 propone un raffinato connubio di alternative rap e cantautorato. Ma “Gente che odia la gente” è molto di più.
Se le rime del rap sono uno strumento fondamentale che utilizza per comunicare con il mondo, l’impalcatura artistica di questo disco è un meccanismo decisamente più strutturato. Non a caso l’artista cita tra le sue influenze George Orwell, Carmelo Bene e Willie Peyote, così tra le tredici tracce scorrono Hip-Hop, rock, elettronica e jazz, che passando da Mezzosangue e Lou X arrivano a Giorgio Gaber, Tom Waits, Kendrick Lamar e J. Cole.
Una ricetta che mescola questi ingredienti con originale ispirazione,accostando sonorità ricercate alla profondità delle liriche. Le produzioni firmate da Dog Dylan,Simone Sambucci, Eros Capoccitti, Mill3ristic e Leumann incontrano fiati, chitarre, bassi e batteriesuonati, incorniciando un concept album ricco di idee e significati.
“Il titolo stesso del disco -commenta- non lascia scampo a interpretazioni: nelle mie canzoni si parla dei conflitti dilaganti tra le persone. “La gente”, che fa branco, entra a far parte di una squadra riunita sotto lo stendardo di un'opinione riguardo un argomento, e si scontra violentemente con l'altra “gente”, un altro branco, l'altra squadra riunita sotto lo stendardo dell'opinione opposta”.
Completano il disco una serie di ospiti complementari tra loro, e fortemente in linea con la sua visione. Lucio Leoni e Antonio Galasso nella traccia “2+2=5”, Shekkero partecipa a “Innegabile”, Pierpaolo Capovilla in “La gente”, Occhicomeventi con Cristiano Celli completa “Tutto bene” e Battista partecipa a “Genio”. Il disco è accompagnato dal videoclipdella traccia “La Gente” feat. Pierpaolo Capovilla realizzato da Benjamin Martini, dove in un piano sequenza notturno in bianco e nero l’artista mette in evidenza tutto il significato del testo.
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