I CARDI DELLA SIGNORA 'NZINA
26 February 2017
di Adriana Saja
I cardi...di la signura 'Nzina, ovvero una sera a casa di Rosa
-Allura cci piaciru i carduna?
-Sì, buonissimi davvero, grazie! Ma come li ha cucinati?
-Eh.. li fici vugghiri, poi rintra a pariedda ci misi 'anticchia d'olio, agghiu, anciova e petrosino...li fici rusulare e ci iettai i carduni ancura cauri...buoni vinniru ah?
-Squisiti davvero!
La guardo con tenerezza.
Piccola la signura 'Nzina, i capelli un po' biondi un po' bianchi, tirati indietro, come si usa fra le popolane siciliane dei quartieri poveri di Palermo. Le gote paffute, lo sguardo penetrante, l'atteggiamento amichevole, ma discreto, un po' sostenuto. Di chi ha timore di fidarsi troppo, ma non per vera diffidenza, quanto perchè non è conveniente, non sta bene. Meglio essere cauti e prudenti, non esporsi troppo. Mantenersi riservati. Non si sbilancia mai, la signura 'Nzina, in qualsiasi cosa. Ma alla sua cucina ci tiene. Ai suoi piatti preparati con amore e passione, che regolarmente dona alla mia amica Rosa e di conseguenza anche a me, che mangio spesso, come stasera, a casa sua. Con grande gioia e soddisfazione di entrambe, buone forchette e amanti degli odori e dei sapori popolari.
La stuzzico a raccontarmi. Per curiosità, per imparare e per gratificarla riconoscente, ma anche perchè, in fondo, non saprei davvero di cosa parlare con lei. Io di origine borghese, laureata e colta, così diversa, così estranea al suo ambiente. Così lontana.
- E il pesce signora Enza, dove lo compra e che cosa... e come lo cucina?
- Vaiu 'cca vicinu o mircatu, dipende da chiddu cca s'attrova, ...a secondo do' periodo ... pi ura cci sunnu i scurmi, i facciu allardiati, u sapi no?
- No...
- Si puliziano e si salanu i pisci... si fannu cuociri ccu l'olio 'n 'na parìedda... 'n 'n piattu si metti l'agghiu, u pumaruoru,, l'olio, l'origano, n'anticchia d'acqua, un pizzico ri zùccaru e l'acetu... Nenti... poi si ietta tuttu supra u pisci e si finisci ri cuociri...Miiih! Buonissimi vennu!
- E la carne? Non so l'agnello per esempio?
-Ah l'agnneddu è bonu assai... u facciu aggrassatu...
- Cioè?
- Nenti... ccu a cipudda 'ngraciata e i patati...
La guardo mentre si accalora e sorride, parlando dei suoi piatti preferiti, riprende vita e si accende, contenta di insegnare lei qualcosa a me, a Rosa. A noi, così diverse, così lontane. Istruite.
Orgogliosa, la signura 'Nzina, della sua abilità, della sua cultura e della sua esperienza. Per nulla sottomessa alla differenza di classe, che tutt'e tre sappiamo bene essere solo una inutile e sciocca falsità.
Seduta composta, le mani giunte sul grembo, bianche e rugose, use al lavoro, spiccano sul nero assoluto del suo vestire.
Sposta gli occhi guardinghi da me a Rosa, che scherziamo, prendendoci reciprocamente in giro e facendo finta di litigare.
Solidale ora con me, ora con lei, alterna la sua approvazione, dicendo e non dicendo, affermando e negando, come si addice a chi è abituato ad alludere, più che a parlare chiaramente.
Siamo vecchie, io, la signura 'Nzina e Rosa. Un decennio ci separa l'una dall'altra, a scala. Ma c'è armonia, per il comune sentire la vanità e la precarietà dell'esistenza.
- Eh signora Enza, che vuole... oggi ci siamo, domani chissà...
Dalla succulenza dei piatti, siamo finite a parlare della brevità e spesso della futilità della vita, appesi tutti, come siamo, solo al soffio di un respiro.
Chissà come e chissà perchè.
Forse perchè tra il cibo, la vita e la morte non c'è soluzione di continuità. E i funerali finiscono sempre con un banchetto.
- Oggi in fiura, dumani in sepultura...Io persi mi figghiu in un sulu misi! s'inniu, 'u figghiu meu... s'inniu tutt'in carni !
L'abbraccio, la bacio, ho bisogno di farle sentire col corpo la mia commozione e la mia compassione. Perchè a quel punto davvero le nostre parole sono finite.
Bella serata, io, la mia amica Rosa e la signura 'Nzina, così diverse, così lontane. Ma così tanto, ma proprio tanto essenzialmente vicine.
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News » Il racconto della Domenica | Sunday 26 February 2017
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