ARRESTATA LAURA BONAFEDE. DOPPIA VITA AMANTE E MAESTRA
24 April 2023
di Paola Bonacina
Nella rete di Matteo Messina Denaro c’era anche un'altra donna devota alla causa mafiosa: Laura Bonafede, 56 anni, maestra di scuola elementare, figlia del defunto capomafia di Campobello e moglie di un ergastolano, entrambi fedelissimi del superlatitante. I carabinieri del Ros l' hanno arrestata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall' aver agevolato Cosa nostra. Anche la figlia dell'insegnante, Martina Gentile, è indagata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. La procura aveva chiesto per la ragazza gli arresti domiciliari, ma il gip ha rigettato l’istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, pur stigmatizzando i comportamenti della giovane, legata al capomafia da un forte rapporto di affetto. Laura Bonafede era stata immortalata dalle videocamere di un supermercato mentre parlava con Messina Denaro due giorni prima del suo arresto. Il suo nome non era nuovo alle forze dell'ordine: era già uscito più volte durante le indagini nel periodo di latitanza. La donna avrebbe provveduto alle necessità di vita quotidiana del latitante: gli avrebbe più volte fatto la spesa, temendo che potesse essere contagiato dal Covid e non potesse uscire, e avrebbe condiviso con lui un linguaggio cifrato per tutelare l'identità di altri protagonisti della rete di protezione del boss. Laura Bonafede era legata a Matteo Messina Denaro "da un pluridecennale rapporto ed aveva, in molteplici occasioni, condiviso con lui spazi di intimità familiare, a volte in compagnia della figlia tanto che i tre si definivano 'una famiglia'". I due, secondo quanto scritto dalla stessa Bonafede in una lettera trovata dai carabinieri del Ros, si sono conosciuti nel 1997, quando Matteo Messina Denaro era già latitante insieme al padre Francesco.
Entrambi erano protetti da Leonardo Bonafede, il padre di Laura, che aveva "concesso" alla figlia di far visita a Matteo Messina Denaro. "Ventisei anni fa ho chisto di venirvi a trovare e mi è stato concesso - ricordava la donna in una lettera al boss scoperta dai carabinieri - Non c'era motivo di quella visita ma forse si doveva aprire un capitolo e così fu. La vita è strana, fa dei giri incredibili e poi ti porta dove vuole lei. Noi possiamo solo farci trascinare". "La cura quasi maniacale del latitante nell'annotazione di qualsiasi accadimento della sua vita, nella tenuta di diari e quaderni in cui trascriveva anche commenti, non può fare dubitare dell'esistenza di materiale di ben altra importanza sugli affari criminali di Messina Denaro custodito in altri covi non ancora individuati (e di cui, peraltro, v'è già traccia in alcune delle corrispondenze tra il latitante e Laura Bonafede che pure mostra di conoscerli)", scrive ancora il gip nell'ordinanza di custodia cautelare che ha disposto il carcere per Laura Bonafede. Nonostante questo "la Bonafede - prosegue il giudice - non ha esitato a organizzare la sua vita per fornire assistenza proprio a colui che è di fatto il responsabile (o uno dei responsabili) della sua sofferenza".
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