CLAUDIA CALISTI: POETESSA DELL’ANIMA
31 May 2019
di Salvatore Taibi
Chi è Claudia Calisti?
Claudia Calisti nasce a Roma il 27/8/51 e si laurea in Lettere con in dirizzo Teatro e Spettacolo. Da sempre ha avuto tre grandi passioni: la scrittura, la danza e lo studio delle lingue straniere. Quando era bambina voleva fare la giornalista di arte e spettacolo ma quando durante l’Università si rese conto che bisognava essere attivisti politici per sfondare in quel campo professionale, cambiò percorso.
Cosa desideri essere nella tua vita ? E cosa vuoi realizzare?
In realtà è solo dal 2005 che ho ripreso in mano le redini della mia vita dopo vicende burrascose, familiari e non, in aggiunta a gravi problemi di salute, e ho iniziato un percorso di recupero del tempo perduto per realizzare i miei sogni. Ho scritto da sempre novelle, racconti e commedie, ma era tempo di farle leggere, di farmi conoscere. Così con determinazione ho iniziato la mia carriera di scrittrice indipendente con tanta volontà e zero budget o quasi, essendo nel frattempo diventata una pensionata. Vivo ogni giorno secondo il motto: ”ora o mai più.” E non credo di essere lontana dalla verità. Nel frattempo ho capito di voler realizzare uno stato di sicurezza psicologica che rincorro da una vita. Sistemi educativi di una volta e vicissitudini devastanti mi hanno vietato di esprimere adeguatamente le mie emozioni e poiché sono convinta che la danza sia un linguaggio come del resto la musica, e poiché dove finiscono le parole inizia la danza, ho ripreso da dove ho lasciato da bambina e poi da giovane donna, con fasi alterne, tornando ad esprimermi anche con il corpo, infischiandomene della età, della taglia ad essa dovuta e del parere dei parrucconi. La sicurezza in se stessi è fondamentale per la qualità di vita, non basta la salute.
Il ricordo personale o professionale più emozionante?
Ricordo personale più emozionante sono le braccia della mia nipotina intorno al collo, professionale è stato quando seduta in metro ho visto l’uomo accanto a me che leggeva un mio libro. “Bello?” ho chiesto. E lui “Me lo leggo poco alla volta perché ho paura di finirlo…” “Dunque le piace?” “Glielo consiglio”.” Stavo per rispondergli che c’era anche un sequel ma ero arrivata alla mia fermata.
Sei una scrittrice? Ultimamente ti sei dedicata alla danza, come mai?
Si, mi sento una scrittrice ed è quello che avrei voluto fare per vivere invece di invecchiare in un impiego fantozziano deprimente, ma sicuro, dal quale ho tentato di sfuggire con altri più vivaci e interessanti ma precari. Quanto alla danza, da me intesa solo in modalità amatoriale come bagaglio culturale, quindi non con progetti professionali, ho già detto e aggiungo che mi ha dato molto in termini di sicurezza e opportunità di esprimere la mia creatività, senza contare che, partecipando a spettacoli, musical e teatro danza, ancorché a livello amatoriale, ho incrementato la socializzazione e il mantenimento dei rapporti, ben conscia che con l’età che avanza, la qualità di vita precipita miseramente proprio se si è soli.
Difficile essere donna del terzo millennio, nell’universo dei social e nel mondo della prevaricazione maschile?
Il difficile è essere, paradossalmente, in particolare di questi tempi. Essere donna poi è una corsa a ostacoli in ogni campo. Nel mio caso ho riscontrato che partendo da una base educativa del tipo che fa crescere una bambina poi donna e a seguire, con un vissuto di insicurezze, moltiplica il rischio di non riuscire bene nella vita. Intendo a difendersi, a riconoscere situazioni a rischio, a combattere e a raggiungere i traguardi desiderati. In parole povere la famiglia può minare alla base il futuro di una donna oppure, viceversa, farne un individuo di successo, intendendo per successo anche solo la capacità di vivere sereni e trovare il proprio equilibrio. In una società come la odierna, se una donna parte svantaggiata per condizioni familiari, non mi riferisco solo a quelle economiche, ma aquelle disfunzionali, avrà quasi sicuramente una sorte infelice molto più che se fosse nata maschio nella stessa tipologia di famiglia. Per questo avverto molto i problemi delle donne e le tematiche dei miei scritti ne risentono ampiamente.
Obiettivi professionali e propositi personali futuri di Claudia?
Sento di aver in parte già risposto a questa domanda ma aggiungo che prima di perdere le capacità fisiche e mentali per poter scrivere vorrei poter raggiungere un numero elevato di lettori tale da poter far appoggiare la mia tristezza alla spalliera, nel frattempo per darmi gioia vorrei poter danzare finché ne avrò la forza perché comunicare in musica mi fa star bene in modo profondo e straordinario. Propositi personali: per quanto dipende da me farò del tutto per non mettere più piede in un ospedale, il che, unito a capacità fisica e mentale di scrivere e danzare fino alla morte è tutto quanto mi auguro: salute e sicurezza. E, in finale ma non da ultimo mi auguro di poter avere più a lungo possibile l’affetto dei veri amici che mi hanno dato e continuano a darmi sostegno.
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News » LETTERATURA E LIBRI | Friday 31 May 2019
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