Anna - Faro di saggezza e bontà26/2/2020

Memoria per Anna - Faro di saggezza e bontà

Add your memory to the diary

Anna - Faro di saggezza e bontà26/2/2020

di Giovanni Curatola

(Le righe seguenti, scritte oggi, a 10 anni esatti dalla sua dipartita, sono l'ideale continuazione di questo ricordo, più intimo, scritto qualche anno fa e sempre contenuto in questa testata: https://www.ilgiornaledelricordo.it/diari/d82)

Anna nasce a Palermo la prima domenica di agosto (giorno 2) del 1936. In quei giorni l’Italia calcistica sta conquistando la sua prima (e sin qui unica) medaglia d’oro alle Olimpiadi, mentre il motivo del Trio Lescano di quell'estate è proprio "Anna". Da appena 2 mesi, poi, in Africa Orientale, dall'unione dell’appena conquistata Etiopia (allora Abissinia) e i vecchi possedimenti italiani di Eritrea e Somalia è "risorto l'Impero sui colli fatali di Roma".

Seconda di 3 figli (allora se ne facevano molti), Anna beneficia assieme alla sorella (più grande di 2 anni) e al fratellino (più piccolo di altrettanti) di un’infanzia all’insegna di tanto calore e tanta serenità: quelli che papà e mamma (impiegato delle Poste lui, avveduta negoziante di cappelli lei) hanno saputo infondergli nonostante i disagi della guerra e gli sfollamenti fuori Palermo per sottrarsi ai bombardamenti. Mancano 10 giorni al 7° compleanno della piccola Anna quando, il 22 luglio del '43, l’ingresso della VII° armata USA a Palermo segna (almeno nella sua città) la fine del conflitto.

Gli anni della ricostruzione vedono il cammino scolastico della bimba, ormai adolescente, procedere a vele spiegate verso il liceo e l’università, parallelamente allo sviluppo umano, che la vede accrescere giorno dopo giorno quel senso di bontà, generosità e spirito di sacrificio che caratterizzeranno tutta la sua esistenza. E che risalgono a quando, piccolina, nella vecchia casa di via Marco Polo la sorella le faceva preparare tutti i giocattoli per la stanza salvo poi ripensarci e non giocare più. E la piccola Anna sempre a risistemare in silenzio e con pazienza nelle scatole quelle bambole e quegli altri giochi che aveva uscito fuori poco prima.

A cavallo fra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ‘60 arrivano diploma, laurea, impiego in banca e interesse per l’Esperanto. Proprio a un convegno nazionale esperantista conosce il futuro marito Vittorio, impiegato al "Corriere della Sera " e uno degli esperantisti più di spicco di Milano. E’ l’estate 1960. Segue un breve rapporto epistolare, poi la “salita” a Milano di Anna e sua madre per conoscere l’ambiente e la famiglia di lui, quindi il matrimonio del 1961 nella “location” più intima e suggestiva di Palermo: la Cappella Palatina di Palazzo dei Normanni. Al trasferimento delle 25enne Anna al Nord seguono l’impiego in una banca milanese (allora i laureati erano pochi e abbastanza ricercati), la nascita del figlio Roberto e, nel 1963, la cattedra di diritto in una scuola della città. Iniziano così, in occasione di ogni festività, quei frequenti via vai ferroviari sull’asse Milano-Palermo e viceversa a cui sarà praticamente abbonata fino alla fine. Il 1968 porta ad Anna una bambina (Daniela) e un terreno in un paesino delle prealpi comasche su cui metterà su, col marito, una deliziosa casetta nel bosco per consentire a lei e ai bimbi estati fresche vicino Milano e al marito di fare su e giù dal lavoro in città.

Gli spensierati anni ’70 terminano però con la prova più tragica e dura che Anna è chiamata ad affrontare in vita sua: una malattia inguaribile diagnosticata al marito che in pochi mesi (è l’agosto del 1979) viene a mancare. Chi scrive ha a quella data già 7 anni, pochi ma quanto bastano per accrescere l’affetto verso questa zia tanto buona e in gamba e per ammirarne la semplicità, il sorriso, la dolcezza e insieme la risolutezza con cui prende da lì in avanti il timone della famiglia per far crescere nel modo migliore i suoi 2 figli. Il pieno, incondizionato e sconfinato feeling fra questi ultimi e chi scrive, unitamente a quello con la loro mamma, condiscono di risate, consigli, aneddoti e vita vissuta insieme ad ogni occasione (dalla casetta nel bosco ai loro soggiorni balneari a Palermo) giorni, settimane e a volte interi mesi.

Faro per i figli e punto di riferimento del sottoscritto e di tutto il nucleo familiare via via “allargato”, Anna affronterà con l’orgoglio e la dolcezza di sempre quella malattia comparsa a fine anni ’90 e che sconfiggerà una prima volta. Seguono, a cavallo di secolo, i matrimoni dei suoi figli. Quando infine, nel 2007, il male però ritorna, stavolta non le lascia scampo e il 26 febbraio 2010 (esattamente 10 anni or sono) se la porterà via. Non finirà però interrata nella sua bara quella sua infinita dolcezza, disponibilità e il ricordo di tante situazioni e tanto spasso insieme che, da quel giorno, sono diventati intimo e preziosissimo patrimonio di chi è rimasto.

Anna Curatola, Palermo 2 Agosto 1936 - Milano 26 Febbraio 2010

© RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it

Add your memory to the diary


Il Giornale del Ricordo

Write your memory