Bianchi Bandinelli, eroe mancato?1900-1975

Memoria per Bianchi Bandinelli, eroe mancato?

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Bianchi Bandinelli, eroe mancato?1900-1975

di Giovanna Ferradini

Ranuccio Bianchi Bandinelli, archeologo, storico dell'arte e politico italiano, fu un importante rinnovatore degli studi di archeologia, in particolare per la storia dell'arte antica in Italia, in contatto con la cultura europea del suo tempo. Nacque da una famiglia nobile senese, i Bianchi Bandinelli Paparoni, patrizi di Siena. Il padre, Mario (1859 - 1930), avvocato e proprietario terriero, fu sindaco di Siena  dal 1906 al 1913). La madre, Margherita Ottilie von Korn (1878 - 1905), proveniva da una facoltosa famiglia tedesca della piccola nobiltà di Rudelsdorf, presso Breslavia, e morì prematuramente quando Ranuccio aveva cinque anni. La prima formazione in casa, sotto la guida della nonna materna, la vienneseRosa Arbesser, che tra il 1861 e il 1868 era stata istitutrice di Margherita di Savoia. Proseguì quindi al liceo Guicciardini di Siena, e dal 1918 intraprese gli studi di archeologiapresso l'Università di Roma, dove si laureò nel 1923. Si sposò nel 1924 con Maria Garrone, dalla quale ebbe due figlie, Marta (nata nel 1924) e Sandra (nata nel 1928). Fu inizialmente in dubbio se dedicarsi alla gestione delle proprietà di famiglia, occupandosi solo privatamente degli studi archeologici. Scelse invece di farne la propria professione. Dopo la morte del padre nel 1930, vendette nel 1934  Villa il Pavone, la casa di famiglia, conservando la villa di Geggiano e continuando a occuparsi dei terreni di famiglia. Dopo la laurea e la pubblicazione della tesi, riguardante la città etrusca di Chiusi, nella collana Monumenti Antichi dei Lincei, fu chiamato a lavorare provvisoriamente presso il Museo archeologico di Firenze, occupandosi soprattutto di raccogliere e pubblicare i materiali della civiltà etrusca. Al Congresso nazionale etrusco di Firenze del 1926, si fece promotore di un progetto di Carta archeologica del territorio, per la raccolta della documentazione sui resti antichi, a quell'epoca ancora largamente insufficiente. Lo scopo che si proponeva era quello di arrivare alla definizione delle caratteristiche dell'arte etrusca e dei suoi rapporti con l'arte greca e romana. Nel 1929 ebbe l'incarico per l'insegnamento di archeologia presso l'Università di Cagliari e l'anno successivo passò all'Università di Pisa. Nel 1931 fu inviato per un insegnamento triennale di archeologia classica a Groninganei Paesi Bassi, ed ebbe occasione di effettuare un viaggio in Grecia. Nel 1933 tornò quindi a Pisa con un incarico definitivo; poi nel 1938 passò alla cattedra di archeologia a Firenze. Dopo l'interruzione conseguente alle vicende belliche, riprese l'insegnamento all'Università di Firenze nel 1944, ma l'anno successivo si trasferì a Roma per assumere la carica di "direttore generale delle antichità e belle arti", che mantenne fino al 1947. Insegnò poi a Cagliari e poté riprendere la cattedra a Firenze solo a partire dal 1949. Nel 1948 era stato nominato socio nazionale della risorta Accademia dei Lincei. Nel 1951 fu inoltre incaricato della redazione della parte antichistica dell'Enciclopedia Universale dell'Arte. Nel 1956 ottenne la cattedra a Roma e in quello stesso anno pubblicò "Organicità e astrazione", nel quale inseriva il dibattito, allora vivissimo, sulla contrapposizione tra arte astratta e arte figurativa, nel contesto dell'arte greco-romana. Negli anni sessanta si impegnò per un rinnovamento degli studi archeologici, che riteneva chiusi in problemi tecnici minori perdendo di vista il senso della storia. Fondò la rivista Studi Miscellanei, che si proponeva di raccogliere i migliori lavori usciti dalle discussioni della Scuola archeologica nazionale (la scuola di specializzazione successiva alla laurea). Si venne creando attorno al suo insegnamento una scuola che successivamente rinnoverà gli studi archeologici in Italia, di cui fecero parte, tra gli altri, Bruno D'Agostino, Andrea Carandini, Filippo Coarelli, Antonio Giuliano, Adriano La Regina, Mario Torelli e Fausto Zevi. Dal 1964 lasciò l'insegnamento universitario, impegnandosi nella redazione dei volumi dell'Enciclopedia dell'arte antica, classica e orientale che aveva promosso a partire dal 1958 e che si concluse nel 1966. Nel 1967fondò la rivista Dialoghi di archeologia che si occupava di ricerca archeologica in connessione con le altre discipline storiche. In una sezione intitolata "Documenti e discussioni", la rivista era aperta agli interventi dei più giovani colleghi e si occupava di politica universitaria e di gestione del patrimonio culturale. Negli ultimi anni cercò di difendere il ruolo degli studi storico-artisticiin campo archeologico, a fronte della rivalutazione della "cultura materiale" che si stava delineando, pur riconoscendo il pregio delle nuove impostazioni e l'importanza dello scavo archeologico (uno dei fautori del rinnovamento degli studi archeologici italiani in questo senso è stato infatti il suo allievo Andrea Carandini). Durante il fascismo si sottopose al giuramento di fedeltà al fascismo e nel 1938 fu incaricato dal Ministero di svolgere la funzione di guida in occasione della visita a Roma e a Firenze di Adolf Hitler. L'esito del dilemma etico è quasi scontato, sotto un regime che non ammette dinieghi. Ecco Ranuccio affrettarsi all'Unione Militare per acquistare "la più scalcinata delle divise da fascista", camicia nera come vuole il programma ma senza decorazioni, no quelle proprio non le vuole, sconvolgendo "l'esperienza psicologica del ministro Cortini" assediato dalle richieste di croci e di aquile e di decorazioni purchessia. E mentre attende alla preparazione sartoriale dell'augusta visita - ma succede anche nei dormiveglia notturni - i suoi pensieri corrono e s'intorcinano, fino a impennarsi nell'unica fantasticheria che possa dare un senso a quella pagliacciata. E se uccidessi i due tiranni? Se mi facessi saltare in aria mentre salgo con loro sul predellino dell'automobile? O se approfittassi del passaggio nel corridoio che unisce gli Uffizi a Palazzo Pitti?

Ranuccio Bianchi Bandinelli, Siena 19 Febbraio 1900 - Roma 17 Gennaio 1975

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