STEFANO DURANTI POCETTI - “Snooker – Steccate poetiche”
11 July 2023
di Ilaria Solazzo
“Snooker – Steccate poetiche”, il primo testo non manualistico pubblicato in Italia a tema snooker. Il libro, attraverso brevi brani in prosa, che spesso virano verso il territorio poetico, racconta frammenti di storia del gioco delle ventidue biglie. Scrive Duranti Poccetti: “Come in altri sport, anche nello Snooker ci sono gli attaccanti e i difensori. Ce ne sono di quelli amanti dell’azzardo, che tentano sempre l’imbucata, anche dalle posizioni più impensabili. Poi ci sono quelli che si stremano attraverso intelligenti strategie di copertura e in buca la biglia ce la tirano solo in sicurezza…” ed aggiunge: “Che sia nelle fumose sale del malfamato scantinato o nelle eleganti sale di Versailles, il bigliardo è stato sempre giocato: dal nobile al drogato, dall’ingegnere al pescivendolo, dal santone all’assassino, dalla donna in minigonna all’uomo tutto d’un pezzo. Chiunque abbia toccato il magico tavolo è stato stregato dalla sua attrattiva: ha lasciato da parte il contesto per immergersi dalla testa ai piedi nel verde manto, tra palle e stecche…”.
Stefano Duranti Poccetti è un grande poeta contemporaneo, un conoscitore attento e sensibile, non solo dello sport, ma di ciò che di esso rimane impresso sulla pellicola non inerte della storia.
Massimo Triolo ha detto: "Una delicatezza infinita accompagna Duranti Poccetti in queste pennellate, ed egli compone con garbo e passione un quadro magistrale a livello tecnico-esperienziale come a livello di raffigurazione di epoche e circostanze, visioni di gioco e accadimenti, sotto la regia di una conoscenza competente e puntuale di ogni aspetto che inerisca non solo lo Snooker, ma tutto ciò che vi orbita e vi ha orbitato attorno, facendolo qualcosa di più che una ragione di sfida: un’occasione cioè, irripetibile, per esprimere vedute comportamentali e gestione delle proprie risorse, posture di esistenza ancora prima che di espressione di gioco". L'Autore ce lo racconta percorrendo le sue tappe fondamentali, presenti e passate, attraverso brevi brani in prosa. Uscito ormai da qualche mese questo libro contiene un testo agile, rifinito ed incisivo. Come funziona lo snooker? È una domanda ricorrente.
D. Domanda a bruciapelo: com'è nata la tua passione per la scrittura?
R. Devo risalire alle prime letture dell'adolescenza. All'impatto che ebbero sulla mia fantasia alcuni scrittori. Indimenticabili! Macchine narrative perfette! Detesto i libri "di genere", vorrei che ogni scrittore si spingesse oltre, che forzasse i limiti.
D. A parte la poesia, ti piace scrivere narrativa. Questo passaggio ti risulta difficile?
R. Nessuna scrittura è "facile". È un vero e proprio lavoro, sia nel senso fabbrile - della plasmazione di qualcosa di nuovo -, sia nel senso dell'impegno, dell'esercizio faticoso. A un testo si dà forma e senso partendo da una materia il più delle volte disordinata, intrisa di elementi che è necessario far emergere, risaltare, oppure accennare o addirittura negare. Scrittura, insomma, non è mero assemblaggio di dati, elenco di successione di eventi. Un tempo si distingueva fra scrivere e compilare. Oggi, nell'era del "copia e incolla", questa distinzione è scomparsa: paradossalmente. Persino a livello accademico.
D. Vuoi aggiungere altro?
R. Sì. Molto più arduo è il dover affrontare il piano narrativo. Qui intervengono le sensibilità proprie e personalissime dell'autore, la sfida ai registri linguistici, al calarsi nella storia, a mimetizzarsi nei personaggi e nel contempo a tenere da questi la giusta distanza. E il ritmo, la musicalità delle frasi - anche questo. Narrare il più delle volte è un'acrobazia: di equilibri inafferrabili, fragilissimi... A me piace spiazzare il lettore, attirarne fantasia e cuore in una rete di vicende e colpi di scena in cui la realtà mostra il suo volto più nascosto. E sempre "giocando" con la Storia ufficiale - quella con la s maiuscola - e i suoi risvolti.
D. Ogni scrittore tende consciamente o inconsciamente a ricercare l'originalità, ma è in pratica impossibile dimenticare gli scrittori che si sono letti e sulle cui opere ci si è formati. Quali consideri i più importanti per te e per le tue opere?
R. Ce ne sono molti, posso giusto fare un elenco disordinato, di sicuro parziale: Goethe, Malaparte, Fucini, Zola, Dumas, Gertrude Stein, Steinbech… Sono i primi che mi sono venuti in mente, ma potrei aggiungerne molti altri.
D. Puoi riassumerci il tuo ultimo libro?
R. Si intitola "Snooker, steccate poetiche". Lo snooker non è uno sport molto conosciuto in Italia, ma merita di esserlo, per la sua importante storia e per le grandi personalità che lo animano e l’hanno animato. L’ho raccontato percorrendo le sue tappe fondamentali, presenti e passate, attraverso brevi brani in prosa, che spesso virano verso il territorio poetico, dando così luogo ad una pubblicazione unica, che permette al lettore di capire da vicino questo splendido gioco, tramite uno stile che mi auguro trovino piacevole e letterario.
D. Come funziona lo snooker? Quali le regole di base?
R. L'obiettivo consiste nel mandare in buca le biglie colorate utilizzando la biglia battente. Ogni bilia colorata presente sul tavolo rappresenta un valore numerico. Il giocatore che ottiene il maggior numero di punti vince la partita.
D. Quanto dura una partita di snooker?
R. Impossibile dire quanto può durare una partita di snooker, potrebbe durare poco, come tanto. Certo, quando si disputano le gare di tornei ufficiali con tanti frames una partita può durare anche molte ore.
D. Una domanda di curiosità. Il tuo scrittore preferito è...?
R. Impossibile dire quale sia il mio scrittore preferito, posso dire però che Goethe è stato il primo ad avere una forte influenza su di me.
D. Ci siamo occupati fino ad ora dell'aspetto letterario della tua personalità, ma il resto? Vogliamo scoprire un po' di Stefano nella vita quotidiana.
R. Ho una bellissima famiglia, sono orgoglioso della mia compagna che è come me una scrittrice, insieme abbiamo avuto Annaluce, che amo più di me stesso. Vivo in una città che mi accompagna da sempre nella mia crescita personale e professionale. Coltivo tantissimi miei hobby tra cui lo sport e la sfera ambientalistica. Non sono figlio unico ed ho la fortuna di essere ancora coccolato da mia madre e mia nonna, due fari della mia esistenza. Adoro gli animali, ho cani, gatti e anche un asino.
D. Una parola che senti ti rappresenta al meglio?
R. Credo sia libertà.
Per finire, cosa dobbiamo aspettarci da te in futuro e cosa ti aspetti tu dal futuro, in particolare in ambito letterario?
R. Più coraggio: sì, soprattutto questo. E per coraggio voglio intendere sperimentazione, apertura a nuovi registri letterari, a contaminazioni d'ogni tipo: di genere, di culture, di lingue addirittura. Come autore mi impongo questo obiettivo - difficile, inaccostabile senza partire da una profonda umiltà (il che vuol dire revisioni su revisioni, riscritture continue, partenze e abbandoni e poi nuove partenze; anche distruzione di interi capitoli). Lo stesso coraggio si deve pretendere dal panorama editoriale. L'editore dovrebbe avere un ruolo "edificante", fare cultura, crearla, stimolarla. Intorno purtroppo vedo una esclusiva attenzione alle vendite e la convinzione che esse coincidano necessariamente con gli stessi "prodotti" (termine orrendo per definire i libri) di sempre, con i generi più in voga o - come usa il mondo anglosassone degli scaffali - il mainstream. Ma non mi rassegno. Per l'immediato futuro ho in serbo delle novità che non posso ancora svelare. Di sicuro spingerò il lettore fin sull'orlo del precipizio - là dove agiscono, vagano, sognano i protagonisti delle mie storie...
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