RUGGERO GAMBA ARTISTA PER PASSIONE

15 October 2018

di Daniela Dall'Acqua

Ruggero Gamba, in arte RUGAM, è da sempre un artista che espone, e compone, per piacere e per il gusto di creare. Da manager per Disney Italia ha, di pari passo, seguito lavori e componimenti artistici. Quella che era la sua professione è diventata la sua arte preferita, assecondata da un fine gusto per l’illustrazione e la sintesi figurativa dei suoi quadri.

Il progetto espositivo attuale comprende - oltre alla mostra di Como - anche una Masterclass e visite guidate con l’artista, e l'esposizione rimarrà aperto al pubblico dal 13 al 21 ottobre e godrà di ingresso libero.

In occasione del'inaugurazione dell'esposizione - avvenuta a Como sabato 13 ottobre 2018, l'artista ha rilasciato a www.ilgiornaledelricordo.it questa intervista.
 

- Chi è Ruggero Gamba? Si descrive ai lettori di www.ilgiornaledelricordo.it?

<<La passione della pittura è nata da giovanissimo. La prima mostra personale l’ho fatta a 15 anni. E’ un dono di natura, che i miei genitori mi hanno lasciato coltivare e la scuola di belle arti mi ha aiutato a sviluppare, molto liberamente. Dagli 8 ai 15 anni ho dipinto studiando, appunto, alla scuola di belle arti. Il gioco non esisteva. Anche nei giorni liberi mi dedicavo a dipingere. A 15 anni ho dovuto scegliere se usare l’arte applicata all’industria o diventare un artista. Ho scelto l’industrial design, frequentando la Scuola di Arti applicate all’industria di Novara che era una delle scuole migliori in Europa a fine anni ‘50, quindi negli anni in cui nasceva l’industrial design. La passione per la pittura però è rimasta e quando ho avuto tempo libero mi sono sempre dedicato a dipingere. Per me il quadro è una necessità. Non ho mai lavorato su commissione. Lavoro per me stesso. Ho avuto grande soddisfazione nel lavoro>>.

- Quale tecnica predilige nella pittura?

<<L’acquerello lo uso come se fosse una macchina fotografica, mi aiuta a schizzare in pochi minuti dei paesaggi che vedo nei miei viaggi; poi a casa rielaboro questi “appunti” per realizzare dei quadri; ho così del materiale già pronto su cui poter lavorare in studio>>.

- Maestro, ci vuole lasciare una Sua emozione? Un Suo ricordo?

<<Ho conosciuto molti importanti designer. Per fare alcuni nomi Gio' Ponti, Moretti, Castiglioni. Io ero ragazzo, loro già professionisti affermatissimi. Mi hanno insegnato a usare le mani. Il computer non esisteva. Oggi i giovani non hanno la manualità, non hanno il contatto con il legno, con il gesso o con il vetro. E non hanno neanche il contatto con la fotografia. Noi invece conoscevamo gli aspetti manuali del lavoro; sviluppavamo noi le foto, a mano, negli acidi, per poter ottenere gli effetti voluti. La fotografia diventava il prodotto finito, cioè l’immagine del prodotto già in vendita, mentre in realtà ritraeva un semplice master in gesso del prodotto. Oggi questo manca. Parlando con un direttore della Thonet (io sono molto in contatto con l’ambiente austriaco anche perché mia moglie è austriaca) mi diceva che ricevono molti progetti dagli studenti di varie scuole di design, ma sono tutti progetti irrealizzabili nessuno è capace di usare le mani. Manca l’insegnamento. I giovani, se avvicinati alla manualità, si interessano, vengono conquistati da questo aspetto del lavoro>>.

 

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News » ESPOSIZIONI E MOSTRE di Miriam Bergonzini - Sede: Nazionale | Monday 15 October 2018