CONDOGLIANZE NEL MONDO
01 November 2018
di Raffaella Iannece Bonora
Spesso, purtroppo, nella nostra vita ci è capitato di perdere una persona cara, un amico o un conoscente. Abbiamo partecipato alle esequie, ci siamo vestiti di scuro, abbiamo fatto visita alla lapide portando dei fiori, insomma ecco le tipiche usanze alle quali siamo abituati ma... se dovessimo trovarci ad un funerale all'estero, cosa dovremmo aspettarci? In realtà non bisogna andar poi tanto lontano per trovare usanze diverse da quelle canoniche. In tutto il Sud, ad esempio, soprattutto nel napoletano, esiste il "cuonzolo". Cos'è? Il termine deriva dal verbo "consolare" e consiste nel portare cibo a casa del defunto. Si inizia con termos di caffè, cioccolata calda, qualche cornetto e si finisce con pirofile di pasta al forno, parmigiana e mozzarelle. La scelta della pietanza differisce a seconda del grado di parentela o di amicizia, il perchè è semplice: portare un po' di ristoro fra persone che soffrono per la grave perdita. In più il "cuonzolo" serve alla famiglia anche per avere qualcosa in casa da poter offrire a chi vi fa visita, difficilmente infatti i parenti più stretti avranno tempo, ma soprattutto voglia, di fare la spesa o cucinare. L'usanza, però, non termina con il funerale. Nei giorni seguenti, chi non ha avuto modo di recarsi in chiesa nel triste giorno, potrà andare a trovare la famiglia e di solito porterà chili di zucchero e caffè, pacchi di biscotti, succhi di frutta. E nel resto del mondo? A New Orleans i funerali sono chiassosi concerti jazz, note tristi che man mano si trasformano in una danza dopo la sepoltura del defunto, per poterlo ricordare in maniera gioiosa. Non spaventatevi se doveste poi partecipare ad un funerale nelle Filippine, qui in alcune regioni i morti vengono bendati e posti all'ingresso dell'abitazione oppure vestiti con i loro abiti migliori e messi seduti in poltrona con una sigaretta in bocca, in altre zone si tumulano all'interno di tronchi scavati o, mal che vada, sotto la cucina di casa. In Mongolia e in Tibet vige da migliaia d'anni una pratica decisamente lontana dalla nostra cultura, il corpo viene fatto a pezzi, posto sulla cima di un albero e lasciato alla mercè degli avvoltoi. I buddisti credono infatti nella trasmigrazione dell'anima, dunque il corpo deve tornare a far parte della terra. Strano vero? Pensate però quanti soldini risparmiati, fra bara, rito, lapide, banda musicale, fiori, manifesti...
In Madagascar, invece, il rito funebre si ripete ogni 5 o 7 anni. I parenti in processione, con tanto di musica live, si recano presso il luogo di sepoltura, girano le ossa e le cospargono di oli profumati e vino. Se foste aborigeni australiani il rito vi costerebbe tantissima fatica! Prima di tutto fumo ovunque per scacciare lo spirito del defunto dalla casa, poi si festeggia truccandosi, ballando e mangiando a volontà. Infine il corpo viene posto su una piattaforma, ricoperto di foglie e lasciato lì a decomporsi. E perchè una bara in radica di noce se posso farmi seppellire in Mercedes? In Ghana è possibile, si accettano feretri fantasiosi che rappresentino le passioni o il lavoro del poveretto. Ancora, in Cina il colore del lutto non è il macabro nero ma il bianco, ovvero l'assenza di colore. Davanti casa si appendono fogli bianchi, ci saranno fiori, incenso, la delicata musica di violini, il gong del tempio ma, soprattutto, fuochi d'artificio per scacciare il male. Per gli ebrei la morte è solo una naturale fase della vita, per questo motivo il rito rappresenta solo il rispetto per il defunto e la consolazione per il familiare. I custodi che vegliano sul caro estinto devono digiunare, il giorno del funerale il corpo viene lavato, segno di purificazione, vestito con un semplice indumento di cotone bianco e coperto con un lenzuolo. Dopo la sepoltura il lutto durerà un anno e sulla lapide amici e parenti porteranno sassi, i fiori muoiono infatti mentre le pietre sono eterne. Infine, accanto alle tradizioni più arcane e storiche ve ne sono anche di moderne e originali. Dopo tutte le lotte degli ambientalisti e degli animalisti, ultimamente negli Stati Uniti sempre più persone scelgono la sepoltura ecocompatibile. Questo significa saltare i processi di imbalsamazione e utilizzare materiali biodegradabili che si decompongono nel terreno. Secondo una pratica innovativa ci si potrebbe far seppellire all'interno di una specie di uovo biodegradabile e far piantare, sopra di se', il proprio albero preferito, cossichè il nostro corpo finisca col diventare il nutrimento della pianta, forse la soluzione più romantica e green. Infine, se volete proprio tanto tanto bene al vostro caro, potete far trasformare le sue ceneri in un diamante. In Svizzera si può, e non solo lì. Certo, in Italia chi fa un passo del genere è una mosca bianca ma nel resto del mondo sono tanti quelli che diamantizzano i parenti. Forse ciò non dipende solo da cultura e religione ma anche dalle tasche, il nonno da un carato costa ben 14.000 euro. E che dire dell'etica? Pensare di andarsene in giro con un avo al dito non fa proprio un bell'effetto, per altri invece è consolatorio avere sempre con sé la persona amata. E voi cosa preferireste? Una bara classica, un albero o un diamante? Certo è che un diamante è per sempre ma tranquilli, c'è ancora tempo, no?
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News » LUOGHI DELLA MEMORIA | Thursday 01 November 2018
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