Angela Finocchiaro, magica “Calamaro gigante”

24 December 2025

C’è sempre molto traffico sull’A1 - così come sulle tangenziali di ogni luogo  italiana - e Angela Finocchiaro rimane imbottigliata nel caotico traffico giornaliero. Si sta recando a una cena  tra colleghi assicuratori in un ristorante situato a Cinisello Balsamo, nota e popolosa cittadina milanese che rappresenta le piccole località di cui gode l’Italia. È l’incipit dello spettacolo - dall'omonimo romanzo di Fabio Genovesi con l'adattamento teatrale dell'autore del libro, della stessa Finocchiaro e di Bruno Stori - che la poliedrica artista tiene in scena (Capodanno compreso con inizio alle 21:30), fino al 4 gennaio, al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano.
 
 
Dagli intralci del traffico, mentre Finocchiaro inganna il tempo con amene considerazioni sulla quotidianità, al sogno. Perché la disincantata Angela sogna - sogno o realtà diceva il poeta - di essere catapultata in mare tra onde alte e invalicabili. Le onde della vita che tanto amiamo. Qui incontra, sul tavolo di una scrivania rovesciata, Pierre Dénys de Montfort zoologo e naturalista francese, conchiliologo che la salva facendola salire sulla sua scialuppa. Una scrivania volutamente rovesciata, poggiata su un altra salda a terra, che rappresenta l’ancora di salvataggio di quando, nella nostra vita di tutti i giorni, incontriamo qualcuno che ci considera e che ci ama? 


Tra perigli marini e scossoni e temporali durante la navigazione Angelina - ma è sogno o realtà? - ritorna bambina. Sogna i suoi periodi scolastici, quando era bullizzata e veniva chiamata Kalamara (scrivo con la K per essere aggiornato ai tempi), ma anche i suoi incontri nella cucina della nonna - che appare disegnata sul fondale come punti luce di un paradiso immaginario - con il nonno defunto. Ricordi di un’infanzia che non c’è più perché la realtà, oggi, è popolata di pericoli e polizze in quanto la protagonista esercita l'attività di agente assicurativo: <<Tutto era più bello prima quando c’era il nonno>> che faceva sentire la su voce nella cucina della casa avita. 
 

Gli incontri tra colleghi che sgomitano per fare carriera e ottenere posizioni di successo - ma questa parola non è già un participio passato? - riguardano, in particolare il collega Stagetti smanioso di mettersi in luce -, ma anche riportano ai trascorsi convegni tra conchiliologhi di chiara fama come Sir Riccardo Owen. Rappresentazione ironica - nel richiamare alla memoria il cambio armadi, le analisi del sangue, l’appuntamento con l’idraulico, i problemi del condominio ma venata anche di struggente malinconia quando affonda nei ricordi del passato. Perché spesso gli anni trascorsi sono meglio del presente dove <<quello che vedo già mi basta e avanza>> e allora tanto vale rifugiarsi in un sogno, una chimera a occhi aperti come quella del calamaro gigante (il kraken) oppure in Cleo la protagonista di una serie televisiva. Tuttavia sono così corretti, al giorno d’oggi, gli assillanti inviti a essere performanti, orribile definizione, così come gli appelli ad abbandonare la confort zone, altro termine discutibile che adoriamo pronunciare.
 
Su un piroscafo francese prosegue il viaggio di Angela Finocchiaro, la bambina Angelina divenuta donna, che ama gli animali fin da quando era bambina ma il papà la portava al circo invece che allo zoo. Dove i compianti genitori ironizzavamo sull’amore per gli animali della bimba, che amava pulci e formiche, rispetto a mirare a carriere più prestigioso con un posto fisso e assicurato in società.
Il binomio scienza naturalistica dell’’800 e la conquista della polizza totale - che magari ci renderà l’immunità di gregge come soggetti dotati di un’unica e individuale identità - regge le fondamenta dello spettacolo. Prima che la realtà ci riporti, trascinandoci via dai sogni e dalle chimere, a una triste realtà di una cena a Cinisello con colleghi amati solo per convenzione parlando, magari del tempo meteorologico del riscaldamento globale e di altre amenità convenzionali. Oppure di progetti lasciati a metà come le lasagne in cottura o preoccupazioni sul proprio funerale da organizzare, tra zie che verranno e altri parenti impegnati nel fare, dove la salma si ritroverà sola con Stagetti che questa volta non sgomiterà per prendere il posto della protagonista in quanto defunta.  

 
La vita è un delivery, una consegna inspiegabile di compiti da fare, tra circhi e conventi, dove spesso la spiritualità è risucchiata via dalla frenesia della vita e si rischia di 
restare soli e al freddo mentre ci si preoccupa se è stata fatta la polizza sul congelamento. Non bisogna accontentarsi ma essere contenti è il motivo che sposiamo in pieno in quest’opera, già in scena nelle passate stagioni teatrali, dove lo spettacolo è condito da ricchi effetti scenici con il disegno del calamaro gigante, la nonna disegnata sul fondale, il mare richiamato più volte in una lotta verso la conquista della conoscenza, novello capitano Achab. E se <<Internet è un mondo ci si trova tutto quello che si vuole>> noi non ci dobbiamo condannare all’uso di parole assassine: ormai non mi innamoro più; se faccio una tac qualcosa trovano sicuramente; il posto sicuro e il denaro fisso o viceversa.
 
Angela Finocchiaro fa un’ironia tagliente sull’oggi perché la verità dell’esistenza del calamaro gigante va raccontata al mondo e non tenuta nascosta. Anche se si è presi di mira dal mondo accademico e sono disconosciute le nostre idee, che poi si riveleranno esatte qualche anno dopo. Così come fa Monfort lottando contro i parrucconi del Museo nazionale di storia di Francia dell’epoca. Un periodo, dove i lumi della ragione dovevano ancora accendersi, che relegò Pierre Dénys de Montfort nella povertà facendolo morire di stenti. Storie contro fatti verità contro falsità; la vita di un 'uomo strano' - come recita il suo epitaffio - che morì tra il 1820 e 1821 - in solitudine di stenti e, probabilmente alcolizzato dato che non si sa con certezza la data della sua morte. Cosa sognano i sognatori, se spariscono i sognatori chi troverà nuove isole? Non ci saranno più conchiglie - preziosi  gioielli che Monfort scoprì in ben 129 esemplari - ma solo un 'uomo strano' che assomiglia al kraken, il calamaro che non esiste, o meglio non esisteva, di cui il conchigliologo ne studiava le forme sui manuali di Plinio il Vecchio. Una persona fuori dal grande libro del mondo, prima che nel 1880, ovvero vent’anni dopo la sua morte, venisse confermata l’esistenza del calamaro gigante. Ma la realtà - rivela Angela Finocchiaro, magica e meravigliosa interprete <<la realtà è la più grossa fantascienza che esiste>>.

di Roberto Dall'Acqua
 
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