ANDREA BENELLI, L'ESIGENZA DI DONARE MELODIA

28 February 2017

di Roberto Dall'Acqua

In attesa del suo concerto il 2 marzo, a Milano, dal titolo: "Tiamoforte", al MAC - Musica Arte Cultura, godiamoci un'intervista ad Andrea Benelli per wwwilgiornaledelricordo.it.

Chi è Andrea Benelli e come hai iniziato il tuo percorso artistico? <<Andrea Benelli è un acquario ascendente acquario (risata). Gli esperti di astrologia ci definiscono coloro che accentuano i propri difetti e pregi. A parte gli scherzi, penso di essere un uomo che non ha mai avuto paura di mettersi in gioco, un uomo che vive di sogni e che cerca in tutti i modi di realizzarli. I primi “passi" con le dita li ho fatti all’età di 4 anni; i nonni mi avevano regalato una pianola e suonavo ad orecchio le canzoni che imparavo all’asilo e i canti che sentivo alla messa.  Su consiglio del direttore del coro dei miei genitori, il Maestro Francesco Manenti, mi hanno lasciato giocare fino all’età di 6 anni dopodiché lo stesso maestro mi ha preso sotto la sua ala protettrice insegnandomi le basi tecniche/musicali al pianoforte e poi all’organo fino all’età di 14 anni. Un grande maestro al quale devo tantissimo. Tra l’altro è stato anche lui un compositore, prevalentemente di musica sacra. Mi piacerebbe tanto fosse ancora qui per avere il suo severo ed affettuoso giudizio>>.

Quanto ti arricchisce professionalmente e umanamente - il tuo lavoro? << Beh, arricchisce moltissimo, nella mia professione c’è molto lavoro di testa, ci vuole concentrazione, determinazione, anche un pizzico di coraggio e sfrontatezza, ci vuole carisma e inventiva e tanto altro. La mente è in continuo movimento e non può altro che giovare alla crescita professionale ma soprattutto umana>>.

“Tiamoforte" dà autentiche vibrazioni già al primo ascolto: "Musica, energia per la vita" come dice un brano di questo album. È anche il tuo manifesto di vita?  <<Assolutamente sì, ho sempre vissuto la vita con passione, sempre cercando di non estraniarmi dalle emozioni, viverle belle o brutte che siano. Per me la musica è una forte vibrazione, che non si ferma alle corde di uno strumento ma va dritta dentro di noi, al cuore, all’anima e ho cercato di trasmetterla in questo album>>.

Il video del pianoforte in miniatura che viaggia (in "Musica, energia per la vita"), intraprende una via multiforme, cresce fino a diventare un vero pianoforte a grandezza naturale per ritornare in miniatura cosa significa?  <<Durante le riprese in esterna, nell’acqua, sulla terra, con il fuoco, nonpotevo portarmi in spalla quello vero (risata). A parte gli scherzi. Il mio avvicinamento allo studio della musica è avvenuto per gioco, la stessa cosa è avvenuta per la composizione. Quindi ho pensato di raccontare e spiegare cos’è per me la musica, la vita, l’amore, attraverso un viaggio con un pianoforte in miniatura o giocattolo (come lo chiamo io). Ma il gioco poi diventa studio e poi lavoro, sempre più intenso e qui l’utilizzo del vero pianoforte perché grazie alle sue vibrazioni io possa esprimere tutto quello che è stato il percorso della mia vita. Ritorna “al suo posto” e cioè sotto il pianoforte vero, come segno di rispetto come per ricordare che nel percorso della vita è bello unire la professionalità e lo studio alla naturalezza e spontaneità...non rinnegare mai il nostro lato di bambini>>.

Mi pare di capire che ami molto gli elementi naturali: Earth Wind & Fire (ma anche acqua e terra), mi verrebbe voglia di dire. Quanto ti ispira la natura e chi sono gli artisti che hai seguito con più passione? <<Hai ragione, la natura mi ispira moltissimo. Ho scelto questi quattro elementi (aria, terra, acqua e fuoco) perché credo
siano fonte di energia per la vita di tutti noi. Nel mio percorso di studi e soprattutto di lavoro ho una forte passione per la musica di Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, fatta di struggenti colori musicali e di linee d’amore incomparabili>>.

Quanto è complicato e faticoso essere uomo oggi nel terzo millennio e nella società dei social media? <<Penso sia complicato a prescindere dal contesto storico. Essere uomo oggi, essere stato l’uomo di ieri o essere l’uomo del domani comporta comunque difficoltà, sapersi adattare nel corso della propria vita
è essenziale. Io personalmente condivido i social esclusivamente come mezzo di comunicazione per il lavoro. Il resto lo vivo direttamente...e aggiungo che per me è importante preservare sempre il privato della propria vita>>.
                                        
Zygmunt Bauman, il filosofo della "società liquida", affermava: "Il sesso è stato tradizionalmente un’attività molto privata, riservata. E a questo deve forse la sua potente capacità di creare solidi legami tra le persone. Privandolo della sua riservatezza potremmo spogliarlo anche del potere di tenere uniti uomini e donne.” Come vede, Andrea, oggi il rapporto tra donne e uomini? <<Tutte le innovazioni portano interessanti sviluppi, ma nel contempo, se non si mantiene un certo equilibrio diventano controproducenti. Mi rifaccio alla domanda precedente e confermo la mia idea iniziale, i social, se usati con troppa superficialità possono rovinare quello che è il rapporto umano, il rapporto vivo tra esseri umani è e deve essere reale non virtuale. Il rapporto tra essere umani, come dice la parola stessa, deve essere umano, vivo, vissuto in diretta, attraverso la realtà, non la finzione. L’amore, a maggior ragione il sesso, sono un’intimità fortissima e sinceramente non capisco nè tantomeno condivido l’esigenza di pubblicarla o condividerla con sconosciuti. Dice bene Bauman>>.

www.ilgiornaledelricordo.it si occupa di memorie, di storia. Qual'è un bel ricordo (anche non professionale) di Andrea? <<Un bellissimo ricordo sono 3 mesi in Sardegna in un villaggio straordinario mentre facevo l’animatore. Eravamo un gruppo affiatato di 80 animatori. Di quell’esperienza oltre a ricordare le divertenti giornate in spiaggia e in piscina ad organizzare giochi e intrattenimenti e alla sera spettacoli bellissimi e che si dormivano 5 ore a notte, ricordo i sorrisi della gente, i loro abbracci, la loro gioia, il loro star bene, grazie anche alla mia presenza, alla mia esuberanza e alla mia voglia di vivere. Oggi tutto questo me stesso l’ho trascritto in musica e sarà per me di grande soddisfazione regalare ancora queste emozioni alla gente>>.

Ha senso per te il ricordo storico? Ricordare alle nuove generazioni avvenimenti, episodi e persone che - magari vissute in tempi lontani - hanno rappresentato una traccia per il futuro? <<È fondamentale. Non si costruisce il futuro senza conoscere il passato vivendo il presente. Gli errori del passato servono per non essere ripetuti, il positivo per essere migliorato sempre di più. Almeno, così dovrebbe essere. Non ritengo fare esempi di politica, storia o religione, ma mi attengo al mio settore e cioè la musica. Per un grave errore di valutazione Giuseppe Verdi non fu ammesso al Conservatorio di Milano perché ritenuto non idoneo alla composizione, ed oggi il Conservatorio è a lui intitolato>>.

Progetti, appunto, per il futuro di Andrea Benelli? <<Portare live questo album. Girare l’Italia, l’Europa, il Mondo, l'Universo con “Tiamoforte” Ho la fortissima esigenza di donare dal vivo le note che ho scritto e viverle insieme al pubblico in momenti di totale realtà>>.


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