Billie Eilish contro Elon Musk

17 November 2025

Nella costellazione impazzita dei social, c’è una notte in cui un lampo verde-acido, lo stesso dei capelli di Billie dei "tempi d’oro", ha squarciato il cielo dorato dei super-ricchi. È successo due giorni fa, ma l’eco vibra ancora: Billie Eilish ha puntato il dito contro Elon Musk, e non il dito elegante da pop star, ma quello più ruvido, sincero, pieno di indignazione generazionale.

La ventitreenne, cuore pulsante dell’era Z e ormai voce di un’umanità stanca di guardare la ricchezza restare ferma, ha pubblicato una serie di storie Instagram che sembravano più un atto d’accusa che una sequenza di post. Niente filtri luccicanti: solo grafici, numeri e una domanda che suonava come un gancio allo stomaco.

“Se davvero sei l’uomo da mezzo trilione di dollari, perché il mondo continua a sanguinare?”

Le slide, inizialmente diffuse da My Voice My Choice, elencavano con un pragmatismo quasi crudele quello che l’uomo più ricco del pianeta potrebbe fare con una briciola del suo patrimonio: mettere fine alla fame globale con una donazione da 40 miliardi l’anno; sostenere la sopravvivenza di migliaia di specie sull’orlo dell’estinzione; persino contribuire a ricostruire Gaza con una cifra che per lui equivale più o meno a una distrazione.

Billie ha rilanciato, affilando la lama con una frase che non ha bisogno di abbellimenti: un insulto diretto, feroce, che ha fatto il giro della rete. Da parte di Musk? Il silenzio. Un silenzio così denso che sembra stare seduto sul divano, gambe accavallate, a guardare la tempesta passare.

Il seme era stato piantato prima

In realtà, questa non è una fiammata improvvisa. Agli Innovator Awards del Wall Street Journal, qualche settimana fa, Billie aveva già fatto tremare la platea scintillante. Tra George Lucas che sorseggiava la sua calma e Karlie Kloss piegata in un sorriso da passerella, lei aveva detto che il mondo è “un posto brutto e buio”, e che chi ha troppo dovrebbe dare, punto.

Pare che Mark Zuckerberg, presente tra i sedili di velluto, non abbia battuto le mani. Tutti gli altri sì. Lei ha sorriso, poi ha affondato: “Se sei un miliardario… perché sei un miliardario?”

Il tipo di frase che nelle fiabe apre una crepa nelle montagne e nella Manhattan reale incrina gli schermi degli smartphone come una piccola profezia.

Non solo parole

E come in ogni buona storia dove gli eroi non parlano soltanto, Billie ha deciso di fare la sua parte: 11,5 milioni di dollari dal suo ultimo tour donati a progetti per la giustizia climatica, la sicurezza alimentare, la lotta al carbonio. Un gesto che sa di coerenza, quasi stonato in un panorama di promesse evaporate e filantropie annunciate e poi dimenticate.

E adesso?

Adesso rimane questa scena quasi cinematografica: da una parte una ragazza che ha l’energia intrepida di chi non sopporta più lo status quo; dall’altra un uomo che controlla i razzi, i social, le auto elettriche e, metaforicamente, anche una fetta del futuro.
Nel mezzo noi: spettatori, utenti, cittadini; a chiederci se questo scontro sia solo un episodio virale o l’inizio di un nuovo modo di guardare il potere.

Perché in fondo, tra un tweet non scritto da Musk e una storia infuocata di Billie, resta la domanda che brucia più di tutte: che senso ha essere così ricchi, in un mondo così povero?

di Giorgia Pellegrini

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