GJ 251 c, la nuova Super-Terra

27 October 2025

A soli 18 anni luce dalla Terra, nella quieta costellazione della Lince, brilla una piccola stella rossa attorno alla quale orbita un mondo che sta facendo sognare gli astronomi: GJ 251 c, una super-Terra rocciosa quattro volte più massiccia del nostro pianeta. La sua scoperta, pubblicata su The Astronomical Journal, segna un passo importante nella ricerca di pianeti potenzialmente abitabili e apre nuovi scenari sull’esistenza della vita oltre il nostro sistema solare.

Un mondo vicino e misterioso

La scoperta è frutto di un team internazionale di ricercatori, che ha unito la potenza di due spettrografi d’avanguardia: l’Habitable-Zone Planet Finder, montato sul telescopio Hobby-Eberly in Texas, e lo strumento NEID, operativo al Kitt Peak National Observatory in Arizona. Analizzando le minuscole oscillazioni della luce stellare, vere e proprie “impronte gravitazionali” lasciate da un pianeta invisibile, gli scienziati hanno identificato la presenza di un corpo celeste che completa la sua orbita in 54 giorni.

Con una massa di circa quattro volte quella terrestre, GJ 251 c riceve dalla sua stella una quantità di energia simile a quella che la Terra riceve dal Sole. Ciò lo colloca nella cosiddetta zona abitabile, dove le temperature potrebbero consentire la presenza di acqua liquida in superficie: un prerequisito fondamentale per la vita come la conosciamo.

Un equilibrio fragile tra speranza e prudenza

Ma, come sottolineano gli stessi ricercatori, “essere nella zona abitabile non significa essere abitabile”.
Le stelle nane rosse, come GJ 251, sono note per la loro estrema variabilità: esplosioni improvvise di radiazioni ultraviolette e potenti brillamenti possono facilmente distruggere o erodere le atmosfere dei pianeti che le circondano.

Al momento, infatti, non sappiamo se GJ 251 c possieda un’atmosfera, né tantomeno quale sia la sua composizione. Potrebbe essere avvolto da gas simili a quelli terrestri (ossigeno, anidride carbonica, vapore acqueo) oppure completamente spoglio, un deserto cosmico inospitale.
Solo le future osservazioni con telescopi di nuova generazione potranno rispondere a queste domande.

Un tassello nel grande mosaico dei mondi abitabili

GJ 251 c non è un caso isolato. Negli ultimi anni, la caccia alle “Terre lontane” ha regalato scoperte entusiasmanti: da Proxima Centauri b, a soli 4,2 anni luce, a LHS 1140 b nella costellazione della Balena, fino al celebre sistema Trappist-1, con i suoi sette pianeti di dimensioni terrestri, tre dei quali nella zona abitabile.

Ognuno di questi mondi rappresenta un laboratorio naturale per studiare le condizioni che potrebbero rendere la vita possibile altrove. Tuttavia, nessuno ha ancora mostrato prove dirette di forme di vita. I nostri strumenti, incluso il James Webb Space Telescope, riescono oggi ad analizzare solo le atmosfere dei pianeti più grandi o più vicini alle loro stelle.

Verso una nuova frontiera dell’astronomia

La relativa vicinanza di GJ 251 c, appena 18,2 anni luce, lo rende un candidato ideale per le prossime missioni spaziali dedicate allo studio delle atmosfere extrasolari. I futuri telescopi, terrestri e spaziali, saranno in grado di osservare la luce riflessa da questi mondi e cercare le cosiddette biofirme, tracce chimiche compatibili con la presenza di organismi viventi.

In fondo, ogni scoperta come questa riaccende una domanda antica e universale: siamo soli nell’Universo?
GJ 251 c, con la sua rossa compagna e il suo silenzio profondo, potrebbe custodire una parte della risposta.

di Giorgia Pellegrini

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