"MARTA RUSSO, IL MISTERO DELLA SAPIENZA"
04 December 2016
di Mauro Valentini
Un delitto, rimasto dopo cinque sentenze, come inspiegabile: l’assassinio con un colpo di pistola di una giovane studentessa che camminava sorridente per i viali dell’università di Roma in una tranquilla mattina di maggio. L’omicidio di Marta Russo.
Capitolo Uno: Marta
Diritto Costituzionale
Scrivo a te queste cose,
che sono di un passato che sembra non passare mai.
Tutto questo scrivo a te che in un futuro nascerai,
e chissà come sarà, se questo vento avrà lasciato le città...
(Eros Ramazzotti)
Si alza presto, Marta. Non è una ragazza che perde tempo.
Sempre stata così, concentrata e attiva. È abituata a quegli orari mattutini dai tempi del Liceo, quando per raggiungere il “Cavour” da casa sua, doveva fare una quarantina di minuti sull’autobus della linea 85, strapieno a quell’ora, scendere alla fermata che guarda il Colosseo e risalire per qualche centinaio di metri imboccando via Vittorino da Feltre. Sempre puntuale, mai un’assenza.
Del resto, chi ha fatto sport a livello agonistico quella “forma mentis” l’acquisisce per sempre e Marta, prima che lo studio l’avvolgesse completamente aveva anche vinto qualche coppa e tante medaglie tirando di scherma. Allenandosi con rigore era diventata una ottima promessa nel Fioretto, anche per lo sport quindi, si alzava presto per le gare, spesso lontane, quasi sempre fatte di lunghe, lunghissime attese tra un incontro e l’altro, sempre accompagnata da papà Donato, professore di Educazione Fisica, schermidore anche lui.
Si alza presto, Marta, esce per prima di casa, Donato insegna vicino casa, due fermate appena della linea A della metropolitana, quando non decide di andarci in macchina, la mamma, Aureliana è in pensione da poco e Tiziana, la sorella più grande, studia Architettura, ma ormai è vicina alla laurea e sembra avere orari più flessibili di lei che, invece, deve arrivare sempre presto per trovar posto nelle aule affollate della Facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza. Aveva scelto “Legge” come si dice a Roma, vuole fare l’avvocato e forse anche la carriera da magistrato, ora che sta per finire il terzo anno accademico comincia ad avere le idee chiare su come procedere. Ha le idee chiare, Marta. Ha scelto quella facoltà e quella carriera, rapita dal moto di speranza nei processi per “Mani Pulite”, è affascinata da Antonio Di Pietro e studia, studia tanto. «Questa figlia con gli esami è un carro armato» dice spesso Donato ad Aureliana, soddisfatto. E Marta aziona ogni mattina quei “cingoli” e corre all’Università. Anche quel venerdì mattina, il secondo di questo maggio che sembra luglio tanto è caldo, è già pronta, alle sette e un quarto, vestita e con il blocco degli appunti nella borsa. Due lezioni da seguire, poi tornerà a casa, questo week end lo vuole dedicare a Luca, il suo fidanzato. Stavano insieme da poco, lui due anni più grande sembra già un uomo, lavora da anni ormai, tanto diverso
dagli studenti spensierati e inaffidabili che le ronzano attorno in facoltà. Marta lo sta studiando, lo osserva ancora con circospezione, rigorosa e severa com’è, ma sente che questa storia sta diventando importante, lo vede molto innamorato e ne è felice. Ne aveva parlato il giorno prima sotto casa con Andrea, il suo amico di sempre. Due ore sotto il portone, lui la prendeva un po’ in giro, la punzecchiava: «ti stai sistemando di la verità, ti sposi eh?» lei ne rideva, avevano riso tanto, lei appoggiata al muretto lui in sella al suo motorino. Quando era passata la signora Anna, la loro vicina di casa, si erano girati a salutarla, ridendo poi, ancora, appena entrata nel portone, di quello sguardo compiaciuto e complice che le aveva lanciato, credendo forse che fosse Andrea il suo fidanzato. Non può fare a meno Marta dell’amicizia di Andrea, non è come le amiche, ha qualcosa in più. La conosce così bene che ha capito che stavolta la storia è di quelle destinate a durare. Aldilà delle sue battute Marta ha capito che quello che il suo amico del cuore le sta dicendo è vero. È innamorata. Ed anche Luca lo è.
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News » Il racconto della Domenica | Sunday 04 December 2016
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