Rallentare, o addirittura fermare, la progressione dell'Alzheimer: è questa la possibilità aperta dalla scoperta di un meccanismo chiave della malattia, che vede come protagoniste le cellule immunitarie del cervello, la microglia. Ricercatori guidati dal Graduate Center della City University di New York hanno scoperto nei topi il doppio ruolo di queste 'guardiane' del sistema nervoso centrale, che in caso di stress possono produrre sostanze tossiche che, invece di combattere la malattia, danneggiano le cellule peggiorando la neurodegenerazione.
GLI STUDI SUI TOPI
I ricercatori hanno poi studiato il meccanismo nei topi, provando a fermarne l'attivazione o bloccando la sintesi della molecola tossica: entrambe le strategie si sono dimostrate promettenti, proteggendo i neuroni e impedendo l'accumulo della proteina tau nel cervello, la firma dell'Alzheimer. "Questi risultati rivelano un legame cruciale tra stress cellulare ed effetti tossici della microglia in modelli della malattia di Alzheimer", dice Anna Flury, prima firmataria dello studio insieme a Leen Aljayousi. "Colpire questo meccanismo - continua Flury - potrebbe portare a nuovi trattamenti farmacologici".
RISULTATI FINALI
La ricerca rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dell'Alzheimer ed evidenzia l'importanza della microglia nel mantenimento della buona salute del cervello. "I trattamenti potrebbero rallentare in maniera significativa, o persino fermare, la progressione della patologia - aggiunge Aljayousi - dando speranza a milioni di pazienti e alle loro famiglie".
di Vittorio Esperia
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Video https://youtu.be/JmQIaOp4vKs?si=UT-oeOjYIDL9kcgm
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